martedì 28 luglio 2009

La F e la V

La fata vola
con il suo filo viola.
Vola verso il fiume di Fanta
perchè di sete ne ha tanta.



mercoledì 24 giugno 2009

Principi grigi


Monumenti che impongono la propria immagine all'orizzonte.

Il profumo di una sigaretta non tua.

Il carburante annebbia i miei ricordi
e rende grigie le parole che fluttuano nella mia mente

Muri consunti dal tempo
si sgretolano al vento
umidi di pioggia
puzzano di antico
profumano di nostalgia
odorano di foto in bianco e nero.

Una vita in scala di grigi
un'invidiabile storia in scala di grigi,
priva di scelte obbligate.
esposti oscilliamo
e s'odono lontani i nostri lamenti
son come canne al vento.

Un signore seduto con le gambe a penzoloni pesca
e non ha paura di cadere.

Sbattuti qua e là
ancorati ai nostri princìpi
non ci lasciamo trascinare dal soffio degli eventi
che dolce ci cullerebbe portandoci
verso nuovi orizzonti

E resto qua
a dondolarmi tra i turbamenti
paralizzata in una smorfia
che poco ha di sorriso

domenica 14 giugno 2009

Ossimoro

Cioè, sai tipo la riva?
quando l'imbarcadero è attaccato e ci sono le cose,
quelle cose lì,tipo delle passerelle,
che sembrando delle braccia no?
e poi tipo c'è il pontile che dondola
e quindi poi le cose scricchiolano.
Ecco, cioè, non sembra che si lamentano?

Vedo i pontili aggrappati alle solide rive
stridono i loro artigli sui marmi consunti,
piangono.
Temono di finire alla deriva.

e poi sai ieri mentre tornavo in battello?
ero con i fioi, facevamo degheio
perchè il Cole era sbregato
e c'era una tipa seduta no? Cioè ghe sboro fioi,
una rincoglionita, guardava non si sa bene cosa
e stava lì, con sta musana...
Cioè, svegliati fuori, femo festin!

lacrime di luci sullo specchio nero;
piangono i palazzi della la città riflessa
piange la vecchia città vestita a festa.


"Oh fioi, mi so sbregà,
ma vardè quela come che ela xe ciapada"

E non riesco a distogliere lo sguardo.
Scricchiolano le mie unghie aggrappate alle tue rive
(impetuosa la corrente mi trascina,
ogni onda vorrebbe portarmi con sè),
piango.
Temo di finire alla deriva

martedì 5 maggio 2009

Il tramutar immagini in parole

Come descrivere il sorriso di una donna regalato ad un artista di strada?
Il suono del campanile cadenzato dal dondolio di gondole dissonanti?
[Fermo immagine oppresso dallo zoppicar del Tempo]
La luce vomita il suo riflesso nella laguna
e io cerco parole per disegnarlo in queste righe.

Poi piove.
Pioggia di maggio che sa d'estate,
profumo di asfalto bagnato;

[lavami via la cenere dal capo, ti prego. Lavami la fronte ancora unta]

Pioggia di maggio,
fredda, corposa,mi fa sorridere
tra le mie labbra sa di te.

Il tuo ricordo trafigge
Non so più se è solo la pioggia che bagna il mio volto.

mercoledì 22 aprile 2009

DECATHLON


Mart Gerbera Unprato si dirige
ad acquistare scarpe e bardamento
per evitar il del peso aumento,
importante per codesta effige.

Così il sonetto lei redige
per far memoria di questo evento
che non abbisogna di alcun commento,
è solo il metro che predilige.

Ora è in crisi per la chiusura:
Mart del sommo Vate ricorda il verso
e l'umile core non si spaura.

Nella altra selva sentivasi perso
ma senza fiera e senza l'inferno
e senza la neve: non era inverno!

martedì 14 aprile 2009

...Ma che varicella d'Egitto?!!?


Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Procuratevi una manciata di fuliggine di fornace: Mosè la getterà in aria sotto gli occhi del faraone. Essa diventerà un pulviscolo diffuso su tutto il paese d'Egitto e produrrà, sugli uomini e sulle bestie, un'ulcera con pustole, in tutto il paese d'Egitto»

Esodo 8:12

domenica 12 aprile 2009

Alla cortese attenzione della Prof.ssa D. P***o,


mi chiamo M***a U***i e sono una studentessa di lettere del 3° anno, ho seguito il suo corso sperando di poter sostenere la prova orale venerdì 17. Ho già iniziato la tesi e ho quasi finito gli esami, al termine di questa sessione me ne sarebbe rimasto uno soltanto, ma disgraziatamente quest'anno dentro l'uovo di Pasqua ho trovato la varicella; ovviamente la malattia si è manifestata non prima di aver terminato tutto il programma d'esame.
La guardia medica è irremovibile: "...si tratta della salute pubblica", così ho compreso la potenza infettiva di questa malattia infantile ("dagli all'untore") e accettato mio malgrado la (mala)sorte. Visto l'evento eccezionale le chiederei di poter sostenere la prova fuori appello, a guarigione completata, in orario di ricevimento.


La ringrazio e la saluto porgendole i miei auguri.





della serie "...e Buona Pasqua"




PRONTA RISPOSTA DELLA DOCENTE (IL GIORNO DI PASQUA!!)

D'accordo. Mi scriva, però, con un certo anticipo, la data in cui vorrebbe sostenere l'esame. Le anticipo che dal 3 al 10 maggio sono stata inviata da ca' Foscari come visiting professor per l'Erasmus (e quindi non sono a Venezia). Auguri! D. P.


...cara!!!

martedì 31 marzo 2009

La viennese AIA, descrivi la pubblicità

La scena si svolge in una casa molto bella, probabilmente di una famiglia benestante.
Come al solito anche i protagonisti sono molto belli e senz'ombra di dubbio ben fatti... Anche se non si sa come facciano a mantenersi in forma, visto che nelle pubblicità si nutrono a suon di surgelati e precotti.
Fatto sta che la mamma si presenta con un vassoio ricolmo di cotolette-precotte e si stupisce nel non trovare la famigliuola riunita attorno alla tavoladallacandidatovaglia; infatti, con l'allargarsi dell'inquadratura che ci vorrebbe forse trasmettere il senso di smarrimento della sig.ra Snella, lo spettatore apprende che il sig. Snelliebbelli si è nascosto con i figli, rigorosamente 2, un maschietto e una femminuccia, (politically correct), nel giardino, e attemde lì, accanto alla portafinestra.
Così, proprio facevamo noi da bambini (solo che non eravamo nè snelli nè belli), il padre giocherellone con i figliuoli suoi adepti sbuca dalla finestra, sorprendendo enormemente la sig.Snella che nel frattempo forse pensava di essere stata abbandonata (??!!??).
(E magari avrebbero fatto bene visto che non sa cucinare neanche un'impanata).
La famiglia in seguito si siede intorno alla tavoladallacandidatovaglia per consumare, su di un prezioso servizio di porcellana, la gustisissima cotoletta-precotta.
Per concludere ovvie inquadrature del prodotto caldo e fumante.

"Regggia: Frensis Ford Coppola
Colonna sonora: De Dors
...
!! "

sai quando spegni il telefono?

...sai quando spegni il telefono?
Sei piuttosto irritato, schiacci il tasto pensando:

"cazzo, non voglio rotture!"

E con grande soddisfazione ti sembra di aver chiuso ogni rapporto con il mondo; sei convinto che in quel momento, se lo lasciassi acceso, sarebbe un bombardamento continuo di messaggi e chiamate, no? Di conoscenti che si fanno sentire proprio in quegli attimi in cui vorresti essere l'unico sopravissuto ad un cataclisma. Già immagini catene...

...domande stupide

... squilli assillanti

allora lo spegni, ma lo spegni davvero quel cazzo di telefono.
E poi ti assicuri anche che sia spento

ECCO!

sai quando lo riaccendi?
quella sensazione che provi quando lo riaccendi?
"Sua maestà è pronta a ricevere visite", così ti senti, come un gran re che compare alla finestra per degnare di un saluto il popolo acclamante, come un papa...
(come Berlusconi no però.. quello mai!)

tac, tac, tac

tamburelli

tac, tac, tac

attendi che compaia la busta, quella dannata busta!

E poi lo schermo si spegne.
Nulla,
nero,
vuoto,
talvolta pensi anche "magari è rotto..." e invece è solo il
Nulla,
nero,
vuoto.

Metti il telefono in punizione, a viso in giù e fingi di dormire.

Buonanotte

lunedì 16 febbraio 2009

Detto da Benigni









"All'epoca una mela costava l'ira di Dio"

lunedì 19 gennaio 2009

Qualcosa è tornato

Ripristino configurazione iniziale:

Dopo le numerose lamentele ho pensato bene di tornare alla configurazione inziale...


..In realtà non piaceva tanto nenache a me (anche se dovete ammetterlo... faceva figo)


Buona lettura e buoni commenti a tutti :)



ovetto chi legge

Invettiva

Odo ancor l'eco dell'unghia riflessa:
stridor di vuote parole.
Ancora tu sul mio volto,
t'accaparri il diritto di primo attore della Commedia.
Come una chiesa di sola facciata imponente che vanta affreschi su nude pareti.
Affreschi di luce riflessa dalle calde pareti adiacenti.
Tu luna, anonima pietra amata che brilla per meriti altrui.
Come una donna dal viso troppo largo che sbadiglia impunemente per non appannare le pietre alle dita.
Affanno di discorsi che puzzano d'acqua malsana
Affanno di nutrie che rifuggono in nidi putrescenti